di Aldo Mano
8/03/2019
Di un furto insolito è stata vittima una giovane racconigese, Giulia Minero, apicoltore. Quando nei giorni scorsi si è recata nell’area dove tiene le arnie, per fare un controllo al termine della stagione invernale ha scoperto che ne erano sparite 16: le aveva lasciate come di consueto incustodite nei boschi nei dintorni di Racconigi. Ogni casetta conteneva una famiglia di api, al lavoro per produrre all’inizio di marzo il miele di tarassaco. Nell’ultimo controllo, eseguito a fine gennaio, tutto era ancora a posto. Giulia Minero, 29 anni, dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte «Bertoni» di Saluzzo, ha frequentato alcuni corsi teorici di apicoltura, poi è passata alla pratica sul campo. È una delle poche persone di sesso femminile che esercitano, da sole, questa professione, ritenuta - anche se erroneamente - quasi esclusivamente praticata da uomini. Ha imparato il mestiere, lo ha perfezionato grazie a un apicoltore esperto che le ha insegnato tutti i segreti, ed oggi, in un laboratorio presso la sua abitazione, produce il miele in diverse qualità, che poi vende a negozi e supermercati.
Gira con la sua bancarella nelle varie fiere e mercatini, accompagna a volte dal padre o dal fratello. Lavora da circa sei anni, con il marchio «Mi&le Api». Le sue arnie sono soprattutto in zone di montagna. Si presume che gli autori del furto siano «del settore»: hanno agito in modo molto professionale, selezionando le api che sembravano migliori, e portato via le strutture più nuove e in buone condizioni, dopo aver spostato e rimosso con la massima cura i pacchetti di candito, cibo residuo avanzato dall‘inverno. Inoltre, la refurtiva, il cui valore si aggira sui cinque-seimila euro, non è di facile collocazione e tantomeno è semplice da maneggiare senza le dovute precauzioni. A questi vanno aggiunti i danni causati alle strutture lasciate sul posto.
Indagano i carabinieri della stazione di Racconigi.